
1909
Il 7 Agosto 1908 un titolo in prima pagina de La Gazzetta dello Sport annunciava che la primavera successiva avrebbe organizzato il Giro d’Italia, evento “che diverrà una delle prove più ambite e maggiori del ciclismo internazionale”. Così Il 13 Maggio 1909 tutto era pronto per il debutto che avvenne alle ore 2:53 dal rondò di Loreto a Milano. Un valido e nutrito lotto di concorrenti iniziò l’avventura che suscitò curiosità ed interesse lungo tutto il percorso. Dopo 8 tappe, 2.447 Km percorsi e quattro diversi vincitori di tappa, Luigi Ganna vinse il 1° Giro d’Italia della storia davanti a Carlo Galetti e Giovanni Rossignoli.
Curiosità
La classifica generale era stabilita a punti, assegnati ai corridori a seconda del piazzamento all’arrivo. Il punteggio era dato dal piazzamento all’arrivo di ciascuna tappa mentre ricevevano identico punteggio tutti coloro che arrivavano oltre la metà dei concorrenti partiti. Il montepremi complessivo fu di 18.900 Lire. Al termine della Bologna – Chieti, 4 corridori furono esclusi dalla corsa per aver preso il treno durante la tappa.
GALLERY
guarda la galleryIl percorso del Giro d'Italia 1909

1910
Dopo il grande interesse suscitato dalla prima edizione, le aziende costruttrici di cicli chiesero di aumentare il chilometraggio totale del Giro d’Italia. Le tappe totali furono così aumentate a 10 (2.987 km). Nella tappa Teramo- Napoli, dopo aver affrontato gli arcigni contrafforti appenninici, un cambiamento di percorso dovuto a un’alluvione fu causa di errori di percorso che diedero vita a reclami e ritiri. L’edizione fu dapprima equilibrata, ma con il passare dei giorni la superiorità di Carlo Galetti fu indiscutibile. Sul podio finale salirono anche Pavesi (2°) e Luigi Ganna (3°).
Curiosità
In questa edizione si registra il 1° successo di tappa straniero del francese Jean-Baptiste Dortignac. La categoria degli isolati, che oltre alle fatiche della corsa, doveva aggiungere quelle di ricerca di alloggi di fortuna nelle città di tappa, fu presa in considerazione con l’istituzione di una specifica classifica a premi.
GALLERY
guarda la galleryIl percorso del Giro d'Italia 1910

1911
In concomitanza con la grande Esposizione sorta per le celebrazioni del Cinquantenario del Regno, la partenza fu data a Roma. Il Giro fu caratterizzato da un’alternanza di risultati. Petit Breton e Galetti, favoriti per la vittoria finale si diedero battaglia, fin quando il francese fu costretto al ritiro nella penultima tappa causa un irrimediabile problema tecnico alla sua bicicletta. Galetti vinse così il Giro e Giovanni Rossignoli si confermò il migliore nella classifica a tempo.
Curiosità
Per la prima volta il Giro superò i 2.000 metri di quota. Nella 5° tappa Mondovì-Torino si affrontò il Sestriere. Nell’11° tappa con arrivo a Napoli si registrarono proteste e polemiche tra l’opinione pubblica e giornali locali causa un arrivo anticipato a Pompei. Il folto pubblico e lo stato delle strade avrebbero potuto compromettere l’andamento della corsa.
GALLERY
guarda la galleryIl percorso del Giro d'Italia 1911

1912
Per venire incontro alle richieste delle squadre, si escogitò la formula della classifica a squadre, composte da 4 corridori ciascuna. Il sistema di assegnazione dei punti non fu accolto favorevolmente dal pubblico e l’interesse per il Giro andò scemando. L’Atala – Dunlop, formata da Galetti, Micheletto e Pavesi si classificò prima con 31 punti.
Curiosità
La 4° tappa da Pescara a Roma fu resa impossibile da un nubifragio. Ad un bivio i corridori finirono fuori strada e la tappa fu annullata. La direzione decise di sostituirla con un Giro di Lombardia da disputare dopo l’arrivo a Milano. La decisione provocò un lungo dibattito con l’UVI (Unione Velocipedistica Italiana) che approvò comunque la modifica riconoscendo l’ufficialità della tappa.
GALLERY
guarda la galleryIl percorso del Giro d'Italia 1912

1913
Fallito l’esperimento del Giro a squadre, si ritornò alla classifica individuale a punti. Ci fu un ricambio generazionale per cui giovani promettenti come Oriani, Azzini e Girardengo si affiancarono ai campioni Ganna, Galetti e Rossignoli. La corsa fu molto combattuta, nella penultima tappa Oriani mise in risalto le sue doti di fondo e evidenziò una grande continuità che lo portò in testa alla classifica.
Curiosità
Nella 5° tappa da Salerno a Bari, il gruppo mancò la segnalazione di percorso e i corridori imboccarono la via della Calabria. Con molte difficoltà furono inseguiti e riportati sul percorso di gara, ma si accumulò un tale ritardo che videro l’arrivo a Bari in tarda serata. Carlo Oriani subito dopo la vittoria si arruolò nei bersaglieri e richiamato alle armi per la Grande Guerra perse la vita in un Ospedale Militare a Caserta.
GALLERY
guarda la galleryIl percorso del Giro d'Italia 1913

1914
Per la prima volta la classifica tenne conto dei tempi impiegati dai concorrenti nelle singole tappe. Il Giro fu vinto da Calzolari, seguito da Albini e Lucotti, anche se, alla fine, cattivo tempo e lunghezza delle tappe (cinque su otto superavano i 400 km) decimarono i concorrenti: degli 81 partenti ben 44 si ritirarono dopo la 1° tappa e alla fine solo 8 corridori giunsero a Milano. Si registrò anche la media oraria più bassa della storia del Giro (km 23,437) ed il maggior distacco tra primo e secondo (1h 55’26”).
Curiosità
L’edizione del Giro del 1914 resta nella storia per la tappa più lunga (Lucca-Roma di 430 km), così come per la fuga più lunga (Lauro Bordin, 350 km). Inoltre, si ricorda l’episodio occorso nella tappa Bari-L’Aquila, durante la quale alcuni corridori si lasciarono trainare per qualche centinaio di metri da un’auto. Ne nacque una controversa polemica tra Giuria, Unione Velocipedistica e La Gazzetta dello Sport che sfociò nel 1915 in una sentenza del Tribunale di Milano.
GALLERY
guarda la galleryIl percorso del Giro d'Italia 1914

1919
Il Giro finalmente riprese il suo cammino dopo gli anni di guerra. Durante i terribili anni del conflitto erano stati tanti i lutti anche nel mondo sportivo, le strade erano state abbandonate e i servizi essenziali erano dappertutto carenti. La corsa non ebbe storia: Girardengo, sebbene convalescente da un attacco di “spagnola”, si aggiudicò sette delle dieci tappe in programma e restò al comando della classifica generale dal primo all’ultimo giorno. Si mise comunque in luce il giovane Belloni, che terminò al secondo posto, seguito dal belga Buysse.
Curiosità
Il primo atto del Giro post-guerra fu quello di recarsi nelle città di Trento e Trieste, dove fu accolto con grande tripudio, in un’atmosfera di riconquistata italianità. Non poche furono le difficoltà incontrate a causa del recente conflitto soprattutto in Veneto e Friuli, particolarmente provati dalle distruzioni della guerra: si pensi per esempio che il Tagliamento fu attraversato a piedi per mancanza di ponti, sfruttando il fatto che il letto era in secca.
GALLERY
guarda la galleryIl percorso del Giro d'Italia 1919

1920
Quello del 1920 fu un Giro duro a causa del maltempo che imperversò per tutta la durata della corsa e delle strade ancora in pessime condizioni. Il risultato fu che solo dieci corridori arrivarono a tagliare il traguardo di Milano. Girardengo fu colpito dalla sfortuna nella 1° tappa: cadde, subì incidenti meccanici, fu penalizzato per una presunta irregolarità e arrivò in forte ritardo. Finì per ritirarsi nella 2° tappa. Tano Belloni, ormai senza avversari, ebbe facile gioco per aggiudicarsi la corsa, seguito da Gremo e dal francese Alavoine.
Curiosità
Per la prima volta il Giro uscì dai confini, attraversando nella 1° tappa il Canton Ticino con la scalata al Monte Ceneri. Nell’ultima tappa, mentre il gruppo di testa si accingeva a disputare la volata, il pubblico invase il Trotter di Turro dove era prevista la conclusione, così la Giuria sospese la corsa e assegnò la vittoria a pari merito ai nove corridori che componevano il gruppetto.
GALLERY
guarda la galleryIl percorso del Giro d'Italia 1920

1921
Il Giro fu inizialmente dominato da Girardengo, vincitore indiscusso delle prime quattro tappe. Ma nella quinta tappa il novese andò in crisi e nei pressi di Rocca Pia scese dalla bicicletta e segnò una croce nella polvere della strada, giurando che da quella strada non sarebbe più passato. Da lì in poi il Giro proseguì nell’incertezza e si concluse con la vittoria di Brunero con meno di un minuto di vantaggio su Belloni, distacco eccezionale per quei tempi.
Curiosità
Nell’ultima tappa per la prima volta si scalò il Ghisallo. La Tobler di Milano assicurò in tutte le tappe il rifornimento di cioccolato agli isolati. In via sperimentale La Gazzetta cedette in esclusiva alla Sport Film i diritti per filmare la corsa: le pellicole venivano poi proiettate nelle più prestigiose sale cinematografiche di Roma, Milano, Genova, Bologna e Torino. Fu poi ammesso il gioco delle scommesse su vincente e piazzato che fu sperimentato in cinque città.
GALLERY
guarda la galleryIl percorso del Giro d'Italia 1921

1922
Giunto alla 10° edizione e con il ricordo della guerra che andava affievolendosi, il Giro sviluppò iniziative che apportarono novità e qualità. Purtroppo a seguito di polemiche sulle decisioni prese rispetto alla squalifica e successiva riammissione di Brunero alla corsa, le squadre Maino e Bianchi decisero di ritirare i rispettivi campioni Girardengo e Belloni. Il Giro, pur perdendo due eccezionali protagonisti, non mancò di suscitare curiosità e interesse e alla fine Brunero vinse con pieno merito davanti a Aymo e Enrici.
Curiosità
La Gazzetta dello Sport, avendo sentore di qualche iniziativa concorrenziale a scopo speculativo, decise di salvaguardarsi depositando il marchio Giro d’Italia, sul quale vanterà la tutela di legge del suo diritto dal 23 maggio 1923 (atto della Regia Prefettura di Milano, protocollo n. 271). L’esperienza positiva dell’anno precedente del filmare la corsa fu ripetuta, ma non limitata ad alcune tappe, bensì in modo esteso su tutto il Giro. Inoltre, il numero totale di scommettitori aumentò nel novero delle migliaia grazie all’incremento del totalizzatore.
GALLERY
guarda la galleryIl percorso del Giro d'Italia 1922
