1968
La corsa fu caratterizzata dalla netta superiorità della Faema, soprattutto di Eddy Merckx che già a Novara, 1° tappa, si rese protagonista di un finale eccezionale. L’arrivo all’Arenaccia di Napoli consacrò con una calorosa partecipazione del pubblico l’astro nascente Merckx, poi incontrastato dominatore per un decennio della scena ciclistica. Dopo di lui, fu secondo Adorni e terzo Gimondi.
Curiosità
Per la prima volta, fu effettuato in alcune tappe il controllo antidoping. I risultati furono però resi noti solo al termine della corsa, creando perplessità e polemiche. Risultarono positivi anche dopo le controanalisi Delisle, Motta, Abt, Bodrero, Van Schil, Galera, Diaz e Di Toro e quindi furono squalificati per un mese e esclusi dalle classifiche del Giro. Gimondi e Balmamion, pur essendo risultati positivi ad un primo esame, furono poi assolti per vizi di forma.
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1969
Il Giro del 1969 non fu sicuramente un Giro fortunato. Molte furono le disavventure: il crollo della tribuna all’arrivo di Terracina con conseguente morte del giovane ciclista Giancarlo Manzi, le manifestazioni a Napoli che impedirono la partenza della tappa, la positività di Eddy Merckx al controllo antidoping e conseguente squalifica, il maltempo che fece annullare la 21° tappa, la Trento-Marmolada. Con l’esclusione di Merckx passò in testa alla classifica Gimondi che difese fino al Vigorelli la Maglia Rosa, dove arrivò primo seguito da Michelotto e Zilioli.
Curiosità
Giovedì 5 giugno era in programma la tappa Trento-Marmolada con arrivo in località Malga Ciapela ed il passaggio dai passi Duran, Staulanza, Giau (Cima Coppi) e Falzarego. I corridori partirono alle 8.30 ma alle 13.00, preso atto delle cattive condizioni atmosferiche, l’Organizzazione decise una variazione di percorso verso Fiera di Primiero. Durante la corsa, anche a Fiera di Primiero le condizioni peggiorarono e quindi Torriani decise di fermare la corsa, neutralizzando i 104 km percorsi e annullando di fatto la 21° tappa del Giro ai fini della Classifica Generale.
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1970
Eddy Merckx, dopo essere stato squalificato per doping nel Giro del 1969, tornò nel 1970 più agguerrito di prima. Si impadronì della Maglia Rosa con una grande impresa sulla Polsa di Brentonico e poi incrementò il vantaggio nella cronometro tra Bassano del Grappa e Treviso, difendendosi con autorità fino a Bolzano, dove fu fissato un inconsueto epilogo del Giro. Gimondi arrivò secondo, seguito da Vandenbossche.
Curiosità
Bolzano fu l’ultimo traguardo del Giro per Vittorio Adorni, protagonista per dieci anni, che concluse la sua fatica con un onorevole 10° posto. Dopo i quattro anni di sponsorizzazione Dreher, con l’assegnazione negli ultimi tre anche di una maglia “Rossa” al leader giornaliero, la classifica a punti cambiò sponsor. Subentrò la Termozeta e la maglia del leader diventò “Ciclamino”.
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1971
Gimondi, favorito della vigilia, incontrò nel compagno di squadra Motta un imprevisto avversario, che però per questioni di doping uscì di scena. Le altre squadre come la Molteni, la Filotex e soprattutto la Ferretti approfittarono della situazione e lo svedese Pettersson, con una condotta attenta e regolare, riuscì a prevalere su Van Springel che arrivò secondo a Milano, seguito da Colombo.
Curiosità
Continuarono i controlli antidoping e oltre al citato Motta, fu trovato positivo anche Lucillo Lievore. Ma la sanzione era stata mitigata e al posto dell’espulsione furono dati 10’ di penalizzazione in classifica e la perdita dei risultati nella tappa dove era stata riscontrata la positività. Il Giro fece anche per la prima volta una escursione in Austria, affrontando i duri tornanti del Grossglokner.
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1972
Il motivo dominante di questo Giro fu l’acerrimo dualismo tra Manuel Fuente e Eddy Merckx, risoltosi a favore di quest’ultimo nella tappa di Catanzaro. Infatti, negli ultimi metri del Valico di Montescuro il belga sferrò un attacco, al quale rispose il solo Gösta Petterson e tutti gli avversari furono irrimediabilmente distanziati. A Milano arrivò quindi primo Eddy Merckx, seguito da Fuente e poi da Francisco Galdos Gauna. Deludente tutta la compagine italiana e in particolare Gimondi, nettamente al di sotto del suo standard abituale.
Curiosità
Sulla salita dello Jafferau numerose furono le irregolarità commesse dai corridori. La Giuria fu inflessibile mettendo fuori corsa numerosi corridori: tra i più noti Zilioli, Motta e Bitossi.
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1973
Il 56° Giro d’Italia si svolse sotto l’egida della Comunità Europea. Partenza quindi dal Belgio e, dopo l’attraversamento dell’Olanda, anche tappe in Germania, Lussemburgo e Francia. La partecipazione fu di altissimo livello, ma Eddy Merckx si elevò, come ormai era consuetudine, al di sopra di tutti. Dopo la 1° tappa con la cronometro a coppie di Verviers, vinta con Swerts, si impadronì della Maglia Rosa, portandola fino a Trieste, tappa finale di questo giro, dove arrivò primo seguito da Gimondi e Battaglin.
Curiosità
La Principessa Paola di Liegi fu starter d’eccezione della 1° tappa a Verviers. Dopo il trasferimento a Ginevra si ripartì per l’Italia attraverso il traforo del Monte Bianco, all’epoca la più lunga galleria stradale. La scorta di Polizia della Strada del Giro, fino al rientro in Italia, fu costituita dalle pattuglie delle Polizie dei Paesi attraversati che collaborarono con spirito comunitario europeo. Ad Aosta, con una significativa cerimonia, la scorta europea fu sciolta. Le autorità doganali dimostrarono grande comprensione, anticipando una prassi che dopo trent’anni sarebbe diventata realtà.
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1974
Il 57° Giro d’Italia partì dalla Città del Vaticano e i corridori partirono rendendo omaggio a Sua Santità Paolo VI. Il motivo dominante fu il duello tra Fuente, che già sul Monte Faito creò distacchi enormi, e Merckx che però riuscì ad approfittare degli errori dello spagnolo, troppe volte trasportato dall’entusiasmo. La rivelazione fu il giovane Gianbattista Baronchelli, che arrivò secondo per soli 13’’ dopo Merckx, seguito da Gimondi.
Curiosità
Al leader del G.P. della Montagna fu assegnata per la prima volta, quale segno di distinzione, una Maglia Verde. La Bavaria Film girò un lungometraggio, proiettato poi in tutto il mondo, sulla vita e gli aspetti della corsa. Infine, il giorno successivo alla conclusione, a Milano, si svolse un circuito cittadino non valido per la classifica generale, chiamato “Epilogo del Giro” che, onorato dai superstiti del Giro, riscosse grande successo.
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1975
A poche ore dalla partenza la Molteni dichiarò forfait per una improvvisa indisponibilità di Merckx, privando il Giro di un grande protagonista. La combattività degli spagnoli e la lotta tra Bertoglio e Battaglin animarono il Giro, così come i belgi Sercu, De Vlaeminck e Rik Van Linden che conquistarono ben undici tappe. Il Giro restò incerto fino all’ultima tappa il cui arrivo avvenne ai 2.757 metri del Passo dello Stelvio dove Bertoglio respinse l’attacco di Galdos, assicurandosi la Maglia Rosa e la vittoria del Giro davanti allo stesso Galdos e a Gimondi.
Curiosità
Dopo dodici anni la classifica dei Traguardi Tricolore fu sostituita da quella del Campionato delle Regioni. Al termine di ogni tappa il corridore che avesse totalizzato il maggior punteggio in una serie di traguardi veniva dichiarato Campione della Regione attraversata, indossando una maglia azzurra con banda tricolore verticale.
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1976
Il Giro ritornò in Sicilia con la partenza da Catania. Come nell’anno precedente i belgi si dimostrarono quasi imbattibili nei traguardi di tappa e ne conseguirono undici. Johan De Muynck insidiò fino all’ultimo giorno Felice Gimondi. Nonostante una caduta e un leggero calo di forma sulle Dolomiti, il bergamasco nella semitappa a cronometro dell’ultimo giorno riuscì ad avere la meglio sul belga, anche se per soli 19’’, che fu a sua volta seguito da Bertoglio. Eddy Merckx fece la sua apparizione al Giro: una prestazione dignitosa ma non incisiva.
Curiosità
Nella prima semitappa di Catania purtroppo il corridore spagnolo Santisteban uscì di strada, urtò il capo e perse la vita. In tutte le tappe che superavano i 131 km, all’altezza di questo km veniva fissato un traguardo a punteggio: al vincitore della classifica finale fu assegnato in premio una Fiat 131. Il giro fu arricchito da Raul Casadei che con al sua orchestra percorreva l’ultimo km su un autocarro speciale esibendosi poi nella serata nella città di tappa.
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1977
Il 60° Giro fu caratterizzato da un numero elevato di semitappe. Freddy Maertens, dominatore della prima parte del Giro con sette vittorie su undici traguardi, al termine dell’8° tappa, fu coinvolto in una caduta e costretto al ritiro. I belgi della Flandria furono comunque superiori a tutti, con il solo Moser a contrastarli. Dovette però cedere nella cronometro di Binago al belga Michel Pollentier che si aggiudicò il Giro davanti a lui e a Baronchelli.
Curiosità
Dopo le alterne apparizioni degli anni precedenti, viene definitivamente istituzionalizzata per i giovani l’assegnazione di una Maglia Bianca del leader della classifica. Per la prima volta, nelle tappe a cronometro Longines, sempre innovativo, trasmise in sovraimpressione e in diretta televisiva i tempi dei concorrenti.