1958
Alla partenza da Milano si presentarono i migliori stranieri e le giovani leve succedute a Coppi, Bartali e Magni come Nencini, vincitore dell’ultima edizione, Baldini, Fornara ed Astrua. La prima settimana fu un susseguirsi di attacchi e contrattacchi con il risultato di sei Maglie Rosa diverse nei primi sei giorni. Nella cronometro di Viareggio Baldini fu superlativo e da lì in poi controllò fino alle prime salite. Si scoprì scalatore a Boscochiesanuova e si confermò a Bolzano al termine della tradizionale tappa dolomitica. Arrivò trionfante a Milano dove salì sul podio con Brankart secondo e Gaul terzo.
Curiosità
Sul piano organizzativo si registrò una importante innovazione destinata ad eliminare le contestazioni che seguivano agli arrivi tumultuosi di gruppo. La Longines sperimentò il “Chronocinegines”, poi ribattezzato fotofinish, che filmava con l’indicazione del tempo, al centesimo di secondo, il passaggio dei corridori sulla linea d’arrivo.
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1959
Nel 1959 la qualità della partecipazione straniera fu altissima. Di contro, gli italiani si dimostrarono al di sotto delle aspettative e il risultato fu una enorme débâcle. Per la prima volta la Maglia Rosa restò sulle spalle degli stranieri dal primo all’ultimo giorno e solo nove tappe su ventidue furono appannaggio degli italiani. Gaul e Anquetil si alternarono al comando ma sui 296 km dell’Aosta-Courmayeur Gaul compì il miracolo battendo Anquetil di quasi dieci minuti e arrivando primo a Milano, seguito dallo stesso Anquetil e poi da Ronchini.
Curiosità
I tifosi italiani dimostrarono un gretto nazionalismo all’arrivo a Milano e in un Vigorelli semideserto non fu riconosciuto ai grandi protagonisti del Giro il meritato trionfo. Una novità fu l’autobanca dell’Istituto di Credito Sportivo: un vero sportello bancario a disposizione di tutta la carovana che diede alla macchina organizzativa un tocco supplementare di modernità.
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1960
In onore della XIV Olimpiade che si celebrava a Roma, il Giro scelse la Capitale come sede di raduno e partenza. Il Presidente Giovanni Gronchi abbassò la bandierina del via su un Giro che vide le speranze degli italiani affievolirsi con il passare delle tappe con il solo Nencini a tentare di recuperare su Anquetil, deciso a prendersi la rivincita sull’anno precedente. Anquetil fu superbo nella cronometro della Brianza e Gaul rispose con vigore nella tappa di Bormio che per la prima volta includeva la scalata del Gavia. Alla fine a Milano Anquetil batté tutti e arrivò primo davanti a Nencini e Gaul.
Curiosità
Prima della partenza da Roma, con una toccante cerimonia, furono commemorati Coppi, Cougnet e Orio Vergani, tutti recentemente scomparsi, tre eccezionali figure che in campi diversi avevano avuto il merito di ingigantire l’epopea del Giro. Un fatto dolorosissimo segnò la tappa della Brianza durante la quale due bambini, pieni di entusiasmo, attraversarono la strada proprio mentre sopraggiungeva l’auto di Torriani e persero la vita.
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1961
Sul piano sportivo gli spagnoli, prima con Poblet e poi con Suarez, resero vani gli assalti alla Maglia Rosa dei giovani Balmamion e Taccone. Nella cronometro di Taranto Anquetil fu nettamente superiore a tutti, ma nella tappa di Firenze un gruppetto di attaccanti, tra questi Pambianco, mise in difficoltà il francese che perse la Maglia. Pambianco riuscì ad incrementare il suo vantaggio e, nella tappa di Bormio, riuscì a rifilare ad Anquetil 3 minuti, finendo per essere accolto da vincitore al Vigorelli, seguito dallo stesso Anquetil e Suarez.
Curiosità
Il Centenario dell’Unità d’Italia fu il filo conduttore di questo Giro. Per la prima volta poi il Giro fece anche una breve tappa in Sardegna. Quello del 1961 fu un Giro all’insegna del cattivo tempo e Torriani dovette rinunciare alla scalata del Gavia mentre il passaggio allo Stelvio si fece tra due altissime pareti di neve, sotto il costante pericolo di valanghe. Ultima curiosità: a premiare il vincitore al Vigorelli ci fu l’attrice americana Joan Crawford, premio Oscar e diva del momento.
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1962
All’inizio gli italiani patirono ancora una volta la superiorità straniera, prima con Suarez e poi con Armand Desmet che si posizionò al vertice della classifica dando l’impressione di essere inattaccabile. Ma nella 14° tappa con arrivo a Moena, una tormenta decimò il gruppo sulle prime salite e, con oltre cinquanta ritiri, la Direzione del Giro decise di interrompere la tappa al Passo Rolle con l’abruzzese Meco eroe di giornata. Il Giro si risolse quindi in pianura dove, a Casale Monferrato, il piemontese Franco Balmamion, di soli 22 anni, spodestò Battistini. Balmamion arrivò primo a Milano precedendo un’altra giovane promessa, Imerio Massignan e Nino Defilippis.
Curiosità
Vincenzo Torriani volle dare un forte segnale che il Giro aveva una immensa potenzialità per promuovere la vocazione turistica del nostro Paese: si inventò tanti nomi di fantasia da aggiungere alle località di tappe. Nacquero così la Baia delle Favole a Sestri Levante in ricordo di Andersen, la Valle Santa a Rieti, la Cavalcata dei Monti Pallidi per la tappa dolomitica, le Balconate Valdostane per le montagne della Valle d’Aosta.
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1963
Il Giro del 1963 fu caratterizzato dalle polemiche tra l’UVI e la Lega Professionisti: l’UVI non accettava l’autonomia della Lega Professionisti che aveva riconosciuto Marino Fontana come Campione Italiano, mentre l’UVI aveva proclamato Bruno Mealli. Il Giro andò avanti con alterne vicende, con Adorni che sembrava più accreditato per la vittoria finale. Alla fine fu premiata la regolarità di Franco Balmamion che a soli ventitre anni riuscì a bissare il successo dell’anno precedente davanti a Adorni e Zancanaro.
Curiosità
La RAI TV migliorò la qualità delle riprese della corsa, anche quelle in movimento, dando vita a una trasmissione nel dopo corsa, “Il processo alla tappa”, affidata a Sergio Zavoli. Fu un’innovazione geniale, che segnò un radicale cambiamento delle telecronache sportive.
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1964
Dopo la delusione patita nel 1961, quando al Giro del Centenario dell’Unità d’Italia fu battuto da Pambianco, Anquetil ritornò deciso a prendersi la rivincita. Il normanno dominò la cronometro di Baganzola e poi controllò agevolmente la corsa, nonostante le nuove leve come Motta e Zilioli tentassero di metterlo in difficoltà. Anquetil arrivò primo a Milano, seguito da Zilioli e De Rosso.
Curiosità
Nella tappa Cuneo-Pinerolo, riproposta in memoria di Coppi, Franco Bitossi compì un’impresa solitaria rimanendo in fuga per oltre 150 chilometri. I corridori protestarono ampiamente quando nella tappa di Pedavena si percorsero strade bianche ed in cattivo stato che provocarono cadute ed una ecatombe di forature.
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1965
Per la prima volta il Giro partì dall’estero e precisamente da San Marino. Quasi assente fu la rappresentanza straniera. Vittorio Adorni trovò finalmente quella continuità che gli era mancata nelle precedenti edizioni e pose il sigillo con tre eccellenti imprese: a Potenza, nella cronometro di Taormina e nella tappa di Madesimo di 282 km con il Furka, il San Gottardo, il San Bernardino e lo Spluga. Venne alla ribalta, arrivando terzo a Milano dopo Italo Zilioli, il giovane Felice Gimondi.
Curiosità
La tappa Madesimo-Solda fu modificata ponendo l’arrivo in vetta al passo per pericolo di slavine, slavina che effettivamente bloccò la strada a 300 metri dall’arrivo. I 2.757 metri dello Stelvio furono dedicati alla memoria del Campionissimo con la intitolazione di “Cima Coppi”, che da quel momento indicherà la vetta più alta come il prestigioso traguardo morale di ogni Giro. Continuò la tradizione degli spettacoli di contorno, in quell’anno affidati al Quartetto Cetra con l’orchestra di Gorni Kramer.
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1966
Motivo dominante della 49° edizione del Giro d’Italia fu la sfida lanciata dal trentaduenne Jacques Anquetil alle giovani leve del ciclismo italiano come Motta, Gimondi, Dancelli e Zilioli. Tuttavia, Anquetil nella prima tappa e Gimondi nella terza persero oltre tre minuti nei confronti degli altri favoriti, compromettendo le loro possibilità di vittoria finale. Sulle salite dolomitiche venne alla ribalta il giovane più brillante, Gianni Motta, che portò una meritatissima Maglia Rosa fino a Trieste, dove Zilioli ottenne il secondo posto sul podio e Anquetil il terzo.
Curiosità
La partenza avvenne da Montecarlo dove, alla presenza del Principe Ranieri e della Principessa Grace, la presentazione in notturna delle squadre fu ritrasmessa in Eurovisione, nell’ambito delle celebrazioni del centenario della città. Al di fuori dell’evento sportivo si diede vita anche ad una manifestazione canora, il 1° Girofestival, presentato da Mike Buongiorno: i più noti cantanti dell’epoca seguivano il Giro in carovana suscitando l’entusiasmo del pubblico.
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1967
Annullata la tappa di partenza da Milano, che prevedeva i festeggiamenti per il Cinquantenario del Giro, per via di una manifestazione di protesta organizzata da extraparlamentari di sinistra guidati dall’editore Feltrinelli, il Giro ripartì da Treviglio e da quel momento, anche grazie ad un’agguerrita presenza di stranieri come il giovane Merckx, non mancarono momenti di grande agonismo. Il Giro fu vinto da Felice Gimondi, seguito da Balmamion e Anquetil.
Curiosità
L’arrivo a Salerno fu guastato dalle intemperanze del pubblico che invase il rettilineo d’arrivo, causando la caduta ed il ferimento di diversi corridori. Negli ultimi chilometri della tappa Udine-Tre Cime di Lavaredo, a causa dell’indisciplina collettiva del pubblico, risultò compromessa la regolarità della corsa e la classifica generale fu lasciata inalterata. Alla classifica a punti fu dato maggior risalto con l’istituzione della Maglia Rossa sponsorizzata dalla Birra Dreher.