
1978
Per evitare la concomitanza con i campionati mondiali di calcio, che si svolgevano in Argentina con inizio il 1° giugno, il Giro anticipò la partenza di una settimana, riducendo la durata di tre giorni. Di questo Giro si ricorda soprattutto la tappa con l’arrivo in Piazza San Marco a Venezia. Una serie di ponti sui canali e un ponte di barche sul Canal Grande permisero il regolare arrivo della cronometro nella storica piazza. Johan De Muynck si assicurò la vittoria finale, seguito da Baronchelli e Moser.
Curiosità
A St. Vincent, domenica 7 maggio, giornata conclusiva del Giro di Romandia, si volse un “Preludio” al quale parteciparono solo i corridori non impegnati in Svizzera. La prova non fu valida per l’assegnazione della Maglia Rosa, ma al vincitore venne data la maglia Rosso-Nera, i colori della Valle d’Aosta. Il 1978 vide l’addio alla corse di Eddy Merckx e con il Giro del 1978 fu anche l’ultimo di Bitossi, Poggiali e Gimondi.
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1979
Partenza dal prestigioso centro storico di Firenze dove però l’astensione dal lavoro dei Vigili Urbani complicò non poco la situazione. Dopo un inizio favorevole a Moser, il trentino nelle cronometro di San Marino e Portovenere si vide incredibilmente sconfitto dal giovane Saronni, che poi in montagna difese autorevolmente la Maglia Rosa indossata definitivamente all’Arena di Milano dove arrivò primo, seguito dallo stesso Moser e da Johansson.
Curiosità
Il Giro si concluse con un Epilogo, la Gran Fondo d’Italia, storica gara di resistenza disputata l’ultima volta nel 1942 e riproposta ora sul percorso Milano-Roma per i soli concorrenti del Giro, obbligatoria per i primi dieci classificati. Alla fine presero il via solo cinquantanove concorrenti che partirono da P.ta Romana alle 21.07 dell’8 giugno. Il 1978 fu l’ultimo anno in cui comparse la Maglia Nera.
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1980
La presenza di Bernard Hinault e di altri qualificati corridori stranieri richiamò numerosi cronisti da tutto il mondo e anche la Televisione Italiana ampliò il palinsesto dedicato al Giro. Sul piano sportivo va sottolineata la formidabile impresa di Hinault sullo Stelvio e le sette tappe vinte da Saronni. Hinault vinse il Giro, seguito da Panizza (alla sua tredicesima partecipazione) e da Battaglin.
Curiosità
Per la prima volta si fece tappa all’Isola dell’Elba. Torriani fu costretto ad annullare la giornata di riposo a Sirmione perchè si dovettero anticipare le ultime cinque tappe di modo da non arrivare a Milano di domenica in concomitanza con le elezioni amministrative.
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1981
Giovanni Battaglin, anche se sul filo dei secondi, legittimò la sua vittoria con una condotta spericolata ed aggressiva, riuscendo a doppiare nel giro di poco più di un mese la splendida vittoria ottenuta alla Vuelta. Suggestivo e di grande spettacolo fu l’arrivo del Giro all’interno dell’Arena di Verona, con una passerella che dall’ingresso portava fino alla scena e con gli spalti gremiti di folla, dove Battaglin fu incoronato vincitore seguito da Prim Tommy e Saronni.
Curiosità
Nel prologo di Trieste, nonostante la tragica notizia dell’incredibile attentato di cui era rimasto vittima il Papa, per la prima volta un norvegese, Knut Knudsen indossò la Maglia Rosa. Vennero di nuovo alla ribalta gli abbuoni: gli arrivi, salvo il prologo, assegnarono rispettivamente 30’’, 20’’ e 10’’ al primo, secondo e terzo classificato. Dopo sei anni scomparve il Campionato delle Regioni e la Maglia Azzurra fu assegnata al vincitore del Trofeo Primavera indetto dalla FIAT.
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1982
In deroga al Regolamento Tecnico della UCI, il Giro partì con una crono squadre di 16 km tra le vie centrali di Milano, quindi veloce trasferimento a Parma per il Via della prima tappa. La supremazia di Hinault fu messa a dura prova da un vivace Silvano Contini, che si arrese solo a Monte Campione. Il Giro si chiuse con la crono individuale Pinerolo-Cuneo, senza però suscitare grandi entusiasmi a differenza del passato, con Hinault primo, Prim secondo e Contini terzo.
Curiosità
Per il trasferimento da Diamante a Taormina, le Ferrovie dello Stato misero a disposizione un modernissimo treno superveloce e offrirono a corridori e seguito la cena a bordo. Alcuni corridori protestarono a S. Martino di Castrozza per lo sterrato incontrato sul Monte Grappa. Ci fu una leggera modifica nel sistema degli abbuoni: vennero assegnati solo nelle tappe in linea e il quarto arrivato usufruì di 5’’.
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1983
Sul piano tecnico la corsa si svolse all’insegna della combattività, con medie altissime soprattutto in alcune tappe di montagna, con un Saronni sempre vigile e spesso al contrattacco. Determinante per la Maglia Rosa fu il sostegno avuto da Dietrich Thurau, fedele compagno di squadra. Come due anni prima furono ancora una volta gli abbuoni a fare la classifica. Visentini in tempo reale impiegò infatti 10’’ in meno di Saronni ma arrivò dietro di lui seguito da Fernandez Blanco.
Curiosità
Prima della partenza del prologo da Brescia, una manifestazione sindacale di metalmeccanici degenerò in violenta opposizione al Giro e costrinse la Direzione a sopprimere la gara. L’ultimo giorno Saronni fu vittima di un tentativo di sabotaggio: scoprì l’aggiunta di un lassativo nella minestra servita per cena. Il fatto alimentò la cronaca nera ma non fu mai chiarito.
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1984
Il Giro del 1984 fu segnato da molte proteste da parte dei corridori. Dopo un avvio abbastanza combattuto, con le vedette in prima linea, improvvisamente nella 7° tappa scoppiò la rivolta per alcune strettoie non ben segnalate lungo una discesa dopo Matera . I corridori decisero di opporre un comportamento rinunciatario. La situazione si ripeté per la modifica alla tappa di Merano con eliminazione dello Stelvio: il cambiamento fu annunciato in ritardo e alcune squadre, ritenendosi sfavorite nei confronti di Moser che era ritenuto poco adatto alla salita, protestarono fino alla conclusione di Verona, dove Moser fu accolto trionfalmente da tutti nonostante le recriminazioni dei sostenitori di Laurent Fignon, arrivato secondo davanti a Moreno Argentin.
Curiosità
Il Giro prese l’avvio da Lucca con un prologo spettacolare che si sviluppò sulle mura della città. Per gli abbuoni agli arrivi delle tappe in linea, visto quanto avevano influito negli ultimi anni, si operò una riduzione e ai primi quattro dell’ordine di arrivo si assegnarono rispettivamente 20’’, 15’’, 10’’ e 5’’.
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1985
La partecipazione fu di altissima qualità con Hinault, Lemond e Lejarreta a fare da contraltare ai nostri Moser, Visentini e Saronni. All’inizio furono gli italiani a occupare i vertici della classifica. Ma con la cronometro di Maddaloni Hinault prese il controllo della corsa e portò vittorioso a termine il suo terzo Giro davanti a Moser e Lemond. Moser nel finale contrastò Hinault con grande coraggio, ma riuscì soltanto ad ottenere importanti successi di tappa.
Curiosità
Il Giro fece percorso inverso rispetto all’anno precedente: partì da Verona e arrivò a Lucca. Quest’anno le polemiche furono soprattutto per le nuove regole sulla linea aerodinamica delle biciclette, specie quelle speciali per le cronometro.
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1986
L’americano Lemond, venuto al Giro fermamente convinto di vincerlo, a pochi chilometri da Catania fu vittima di un incidente che gli fece perdere alcuni minuti, determinanti per il risultato finale. Una inedita cronometro a squadre, con arrivo in salita a Taormina, mise in risalto la compattezza della squadra di Saronni, che controllò agevolmente il Giro per lungo tempo. A Foppolo però Visentini mise a frutto un momento di crisi di Saronni portando a compimento una rivincita che aspettava da tre anni. Il Giro si concluse a Merano con Visentini primo, Saronni secondo e terzo Moser.
Curiosità
Novità assoluta: partenza del Giro con una cronometro di mille metri disputata sul rettilineo di Via Libertà, a Palermo, con l’assegnazione della prima Maglia Rosa. Nella tappa di Foppolo ci fu un episodio misterioso. Baronchelli, in fuga con Visentini, cedette improvvisamente e pur occupando il terzo posto in classifica, al mattino seguente, in polemica con la propria squadra, non si presentò alla partenza, dando vita a numerose illazioni tutt’oggi non ancora chiarite.
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1987
Fu questo un Giro nel complesso poco favorevole ai nostri colori. Il primo in classifica generale fu solo quinto (Giupponi) e tutte le classifiche speciali più importanti, salvo la Maglia Bianca dei Giovani (Roberto Conti), furono appannaggio degli stranieri. Da parte sua Stephen Roche, arrivato primo davanti a Millar e Breukink, costruì il primo pilastro di una trilogia – Giro, Tour e Mondiale – che non era riuscita neanche al grande Merckx.
Curiosità
Ancora prima della partenza alcuni corridori criticarono la proposta dell’Organizzazione di svolgere la cronometro iniziale con la discesa del Poggio di Sanremo, ritenendola pericolosa. Torriani non cambiò programma ed alla fine i fatti gli diedero ragione: la tappa fu spettacolare e regolare.
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